Durante il VMworld Europe 2011, tenutosi a Copenhagen, ho potuto avere un assaggio di quelle che saranno le novità di Veeam Backup & Replication 6.
Oltre all’oramai noto supporto ad Hyper-V, in realtà le maggiori novità riguardano ancora le piattaforme VMware. In questo e nei prossimi articoli, esploreremo insieme le novità principali.
Scalabilità
Anche se in passato Veeam già eccelleva per le sue prestazioni, una sua implementazione in infrastrutture di grandi dimensioni non poteva prescindere dall’installazione di sistemi paralleli di BR V5. Questo perchè ogni installazione conteneva al suo interno tutti i moduli del software; la schedulazione dei job, il recupero dei dati dallo storage e il loro salvataggio venivano effettuati tutti dallo stesso server.
Con la versione 6, questi tre ruoli possono essere installati separatamente, e su server differenti, come riassunto in questo disegno:
Questa novità permetterà di poter realizzare installazioni dove, a fronte di un singolo backup server, responsabile della gestione dei job e del load balancing (ne parlo in seguito), si possono installare parallelamente diversi proxy server, per ridurre drasticamente i tempi di backup di grandi volumi di dati, da inviare poi a specifici Repository Servers.
Dicevamo del load balancing: il backup server ripartisce i job tra i vari Proxy Servers non con semplici round robin, ma valutando le connessioni ai datastores, i carichi di lavoro e gli incroci delle schedulazioni.
Questa nuova architettura, unita al miglioramento nella gestione dei nodi ESXi e delle loro performance (passo obbligato con l’eliminazione di ESX con vSphere 5), permetteranno di realizzare strutture di backup di dimensioni ancora maggiori, gestibili in modo molto ottimizzato, evitando uno dei problemi che dava l’uso non accorto di Veeam BR5, ovvero la cosiddetta “backup storm”, dove un numero eccessivo di job di backup saturava lo storage da cui venivano prelevati.