Ho notato spesso diverse richieste da parte di molti utenti su quale sia una corretta configurazione della rete quando si va ad utilizzare uno storage iSCSI, specialmente in configurazioni molto piccole.
Ho deciso quindi di scrivere in questo post come io solitamente configuro uno storage HP StorageWorks P2000 G3 e un cluster vSphere da 3 server. Se utilizzate uno storage differente, probabilmente dovrete adattare qualche configurazione, ma i concetti di base saranno i medesimi.
Hardware necessario
3 server VMware vSphere 5.x (tipicamente utilizzando una licenza Essentials Plus) . Solitamente utilizzo due schede di rete dedicate alla connettività iSCSI. Questo perchè molti server moderni sono già equipaggiati con 4 schede di rete 1Gb, quindi l’uso di due schede per la rete iSCSI lascia libere le altre due schede per le altre connessioni, ovvero management, vmotion e le varie reti per le virtual machines, e non richiede l’acquisto di ulteriori schede di rete.
2 switch ethernet 1G con almeno 7 porte libere ciascuno. Se si deve aggiungere la rete iSCSI a un’infrastruttura esistente e volete mantenere la separazione fisica della rete iSCSI, 14 porte ethernet sono sufficienti. Questa configurazione permette di isolare la rete iSCSI anche se i vostri switch già in possesso non permettono ad esempio di gestire le VLAN, dato che grazie a questi due nuovi switch realizzeremo una rete elettricamente separata, e non interconnessa a nessuna altra rete. Collegheremo 8 porte dello stoage e 2 porte di ciascun server. Il totale è 14, distribuiti su due switch per ridondanza. Se invece i due switch gestiranno al tempo stesso la rete iSCSI e la rete dati (separate tramite VLAN), allora le porte totali necessarie dovranno essere superiori, e contemplare anche le connessioni verso i clienti di rete o altri uplink.
1 storage HP P2000 iSCSI, dotato di due storage processor con 4 connessioni iSCSI ciascuno, come in figura:
Configurazione della rete
L’obiettivo di una rete storage iSCSI, come qualsiasi altro storage fabric, è quello di ridondare tutti i percorsi esistenti tra sorgente e destinazione (server ESXi e P2000 in questo caso), in modo che ogni rottura di qualsiasi elemento della catena non fermi la comunicazione tra i due. Questo è ottenibile realizzando due reti completamente separate, gestite ognuna da uno dei due switch.
Una rete iSCSI correttamente ridondata presenta numerosi indirizzi IP; questo perchè ogni path si forma tramite l’accoppiata di un IP sorgente e un IP destinazione. Per rendere semplice la configurazione degli indirizzi IP stessi, utilizzo solitamente questo schema:
Tutti gli IP della rete 1, identificata in entrambi gli schemi col colore verde, ha un IP base 10.0.10.xxx, dove appunto il 10 del terzo ottetto identifica la rete 1. Secondo lo stesso schema, la rete 2 ha indirizzo base 10.0.20.xxx. Anche i vari portgroup dei server ESXi seguono questa numerazione. In questo modo è più facile seguire lo schema di assegnazione degli indirizzi e fare in modo che ogni componente abbia un indirizzo corretto.
Configurazione di vSphere
All’interno di ogni server ESXi, bisogna per prima cosa attivare gli inizializzatori iSCSI software e impostare il binding di ognuno dei due vmkernel in modo che siano legati a una sola delle due schede di rete prescelte:
Configuriamo quindi nel Dynamic Discovery tutti i possibili target iSCSI dello storage:
Dopo aver effettuato un rescan dello storage, e configurato la Path Selection Policy in Round Robin, il risultato finale sarà simile a questo: