Come raccontato in un precedente articolo, le schede Fusion-IO non sono nativamente supportate dai sistemi ESXi di VMware.
Dopo aver installato la scheda e riavviato un server infatti, si vede come il local storage di questo server non mostri nessun datastore disponibile, e nemmeno nessuna lun o disco locale da poter formattare:
Dobbiamo perciò procedere all’installazione dei drivers. Fusion-IO fornisce i driver per ESX(i) 4.0, 4.1 e 5.0. Avendo a disposizione il driver .vib, si può procedere alla solita installazione come per tutti i driver di terze parti su un server ESXi, copiando prima il file .vib sul server ESXi e dalla sua console dare il comando:
esxcli software vib install -v /tmp/Fusion-io_bootbank_block-iomemory-vsl_2.3.8.24-1OEM.500.0.0.406165.vib
Ultimata la procedura e riavviato il server ESXi, abbiamo due nuovi elementi nel nostro server ESXi: un nuovo controller IOMemory VSL negli storage adapters, e un disco da 600 Gb (identificato da ESXi come SSD):
Da questo momento in poi, è possibile utilizzare questa partizione VMFS sia come un “normale” datastore locale, sia come host cache del nodo ESXi su cui abbiamo installato la scheda.
CIM Providers
Se volete monitorare lo stato della scheda e alcuni suoi parametri di funzionamento, l’unico modo per farlo è direttamente da ESXi attraverso i CIM Providers. Fusion-IO, come molti produttori hardware, offre i suoi CIM providers per le varie versioni di ESXi.
Per installarli in ESXi 5.0, bisogna innanzitutto porre il server in maintenance mode.
Carichiamo quindi il software su ESXi, e lo installiamo col seguente comando:
esxcli software vib install --no-sig-check --depot=/path_to_ZIP/fusionio-cimprovider-esxi5-bundle-<version>.zip
(no-sig-check serve per installare il software non firmato) e usciamo dal maintenance mode.
La nostra scheda Fusion-IO è pronta per ospitare le prime VM.