Ho raccontato in un precedente articolo quali possibili alternative abbiamo a disposizione nel realizzare il nostro laboratorio casalingo per VMware, e di come avessi deciso di perseguire la strada del WhiteBox. Nelle settimane successive mi sono quindi dedicato all’analisi di cosa fosse disponibile sul mercato, al fine di trovare una soluzione a me congeniale. Devo ringraziare il mio caro amico Luca Roman, co-titolare del negozio runstore.it, che mi ha aiutato nella selezione, ricerca e assemblaggio dei componenti.
L’elemento principale da valutare è l’abbinamento motherboard/processore. Non tutte le motherboard accettano tutti i processori, e alcune scelte di uno dei due elementi finisce con l’influenzare l’altro.
La scelta iniziale ha riguardato il processore, nel mio caso un AMD FX-6100. Si tratta di un processore ExaCore da 3.3 ghz di frequenza. I motivi alla base di questa scelta sono stati diversi:
– 6 core su un singolo socket permettono di avere un ottimo rapporto vCPU/pCPU a un prezzo molto conveniente rispetto ad Intel; con i whitebox non è pensabile avere motherboard dual socket a prezzi bassi quindi il singolo processore dovrebbe avere un buon numero di core
– ridotto consumo elettrico, 95w contro i 130w di un Intel i7 Extreme Edition 6-core
– possibilità di usare le funzioni AMD Cool’n’Quiet, comode in casa dove il rumore non deve essere eccessivo
La scelta del processore era ovviamente provvisoria, e solo una motherboard con determinate specifiche avrebbe convalidato questa scelta. Dopo decine di prodotti ho scelto una AS-Rock 970 Extreme4. Vediamo perchè:
– supporta ovviamente il processore FX-6100, ma in realtà può spingersi oltre. In futuro potrò quindi installare processori maggiori (magari con ancora più core)
– può ospitare 4 banchi di RAM DDR3. Sebbene ad oggi la macchina sia equipaggiati con 4 moduli da 4 gb cadauno, in futuro sarà possibile arrivare a 32 Gb totali, non prima che i banchi da 8 Gb abbiano un prezzo avvicinabile…
– permette di abilitare IOMMU. Questo significa poter utilizzare VMDirectPath su ESXi
– possiede diverse connessioni PCI-E, necessarie per installare schede aggiuntive di vario tipo
Per l’assemblaggio ho utilizzato un case ATX minimo, per contenere al massimo i costi.
Ho installato sul WhiteBox 4 banchi di Ram da 4 Gb cadauno, e una chiavetta USB da 1 Gb che già possedevo per effettuare l’installazione di ESXi 5.0. Ho rinunciato a dischi locali, anche qui per ridurre i costi e anche i consumi.
Capitolo a parte per il networking: volendo simulare quanto più possibile un ambiente produttivo, ho dotato il mio WhiteBox di una scheda di rete Intel Pro1000 VT, visibile in foto prima dell’assemblaggio.
Insieme all’interfaccia presente sulla motherboard (Realtek 8168 gigabit) anch’essa riconosciuta da ESXi 5.0, mi permetterà di avere 5 connessioni di rete per effettuare test su teaming, failover, e gestire lo storage network sia iSCSI che NFS.
Argomento finale, il prezzo: il costo totale del whitebox così assemblato è stato di 449 EURO.