Esattamente il giorno prima di incontrare NexGen Storage, è giunta la notizia della sua acquisizone da parte di Fusion-io. E’ pertanto diventanto impossibile parlare di NexGen senza collegare la loro tecnologia alla visione più generale da parte di Fusion-io; ho deciso pertanto di sviluppare due articoli separati, questo che state leggendo relativo alle strategie di Fusion-IO per il futuro di NexGen, e il secondo che analizzerà in dettaglio lo storage NexGen.
L’acquisizione appena avvenuta ha portato la presenza di ben due CEO all’incontro che io e gli altri delegati del Tech Field Day abbiamo avuto. Non capita tutti i giorni di poter ascoltare direttamente dalla voce delle due figure principali delle due società, le idee e i motivi che hanno portato all’acquisizione stessa. Ho apprezzato molto l’intervento di David Flynn, CEO di Fusion-io, che ha spiegato perchè la società che lui dirige ha deciso di acquistare NexGen (potete vedere il video integrale alla fine di questo articolo).
Perchè un produttore di schede flash PCI, che ha sempre combattuto “contro” gli storage tradizionali, dichiarando la superiorità dei modelli computazionali “share-nothing” e “scale-out” (ogni server possiede storage locale basato su flash, e la replica tra i server è gestita unicamente dal software), adesso si butta in quello stesso mercato?
David Flynn ha dato una spiegazione convincente.
Il primo motivo, ovviamente nemmeno esplicitato tanto era ovvio, è che NexGen già utilizza schede Fusion-IO all’interno dei propri sistemi storage, quindi era sicuramente tra le società papabili ad essere acquisite.
Con NexGen, Fusion-IO può accedere al mercato MidRange, che secondo diverse stime vale circa 16 miliardi di dollari all’anno, ovvero il doppio di quello enterprise. Una cifra che sicuramente ingolosisce e che quindi ha spinto FIO a dotarsi di uno storage con cui entrare in questo segmento. FIO infatti sa pefettamente che la loro soluzione basata su schede PCI integrate direttamente nei server, benchè sia la più efficace per prestazioni ed economie di scala, richiede l’uso di applicazioni specificatamente scritte in modalità “scale-out”. Operazione sicuramente fattibile e percorribile da società di livello enterprise come Facebook o Apple (i loro due maggiori clienti), ma poco praticabile per clienti che basano le loro attività su software scritto da altri e che non presenta caratteristiche di “scale-out” appunto. Anche con soluzioni “ibride” come ioTurbine e Ion, Fusion-io riteneva di dover possedere qualcosa di più vicino al mercato midrange che a quello enterprise.
Le aziende midrange usano lo stesso storage per eseguire workload misti, quindi ha più senso (sempre secondo Fusion-io) possedere uno storage “multi-funzione” se così vogliamo chiamarlo, che sfrutti la potenza delle schede flash conbinata con la grande capienza dei dischi SATA per creare uno storage performante e al tempo stesso economico.
NexGen, a differenza di alcuni affermati produttori di storage ibrido, usa la componente flash per accelerare non solo le letture, ma anche le scritture. In questo modo lo storage può utilizzare la parte flash come un vero tier, e non come semplice cache. Questa potenza elevata diventa un elemento fondante della migrazione su questi storage di varie applicazioni, poprio perchè è possibile consolidare i workload in un unico storage (risparmiando quindi) senza scendere a compromessi in quanto a prestazioni.
Proprio perchè lo storage midrange non è dedicato ad una singola applicazione, ma gestisce contemporaneamente più workload, è necessario poter garantire livelli prestazionali ai singoli workload stessi, in modo che ognuno abbia gli I/O necessari, e senza penalizzare allo stesso tempo gli altri workload ospitati.
NexGen possiede queste funzioni appena descritte, e pertanto sono questi i motivi che hanno spinto Fusion-IO alla sua acquisizione.
Molto interessante infine è stata la descrizione di come Fusion-IO vuole trasformare le piattaforme flash (e anche la soluzione NexGen) da semplici componenti in una piattaforma su cui i vari rifenditori possano costruire le loro soluzioni finali verso i clienti. Secondo Fusion-IO lo stack software creato da NexGen per i propri storage è molto sofisticata, e permette di creare sistemi storage OEM potendo garantire anche a questi sistemi prestazioni ed efficienza come i modelli disegnati direttamente da NexGen.
Questo potrebbe portare nel breve periodo credo (non è una cosa immediata) a nuove versioni di NexGen puramente software, che i vari system integrator potrebbero usare unitamente alle schede Fusion-IO per realizzare e rivendere le loro soluzioni storage. Un’idea sicuramente affascinante e che è già stata percorsa da alcuni vendor come ad esempio Nexenta. Aspettatevi quindi nel prossimo futuro nuovi sistemi storage col logo “Fusion Powered IO”, un pò come “Intel Inside” che conosciamo da anni.
Infine, Fusion-IO punta a trasmettere questo messaggio soprattutto al cliente finale, perchè secondo David Flynn “Fusion-IO non ha molti amici tra gli altri vendor IT, dato che la nostra tecnologia aiuta i clienti a ridurre l’hardware necessario, e quindi riduce i guadagni di questi vendor”.
Una sfida sicuramente interessante, che potrebbe già iniziare a rivelarsi nei prossimi mesi. Fusion-IO si è attrezzata per la sfida sia acquisendo NexGen, sia assumendo alcune persone chiave nelle vendite provenienti da 3Par, LeftHand e EqualLogic.
Vedremo nei mesi a venire se la strategia di Fusion-IO avrà successo.