Direttamente dal blog di vmware, un video dimostrativo (in inglese) della tecnologia e delle potenzialità di questo prodotto, specificatamente pensato per realizzare piani di disaster recovery basati su sistemi Virtual Infrastructure.
Per chi non mastica l’inglese, ecco in brevissimo cosa emerge dal video:
– con SRM è possibile non solo implementare siti DR (disaster recovery), ma anche testarli senza toccare minimamente gli ambienti di produzione. Se qualcuno di voi ha mai avuto a che fare con scenari simili, vi assicuro che da sola questa possibilità vale il prodotto (ovvio, se avete una infrastruttura vmware 🙂
– dovete possedere a priori un sistema di replicazione dello storage tra il sito di produzione e quello di DR, dato che SRM confida su una replica già esistente. Se state già pensando “ecco, vedi che invece del serverino linux per lo storage dovevo prendermi una bella SAN” date un’occhiata a Openfiler e alla funzione Remote Block Replication. Non è ufficialmene certificata, ma proprio per questo mi mette una gran voglia di creare un ambiente di test…
– possiamo scegliere quali virtual machine all’interno di uno storage riavviare nel sito DR. In questo modo possiamo avere un sistema DR più piccolo e meno potente di quello produttivo, dove riavieremo solo quei sistemi critici ma garantendoci un risparmio economico.
In definitiva un prodotto estremamente promettente, e che potrebbe risolvere molte problematiche in ambienti critici.
E come fanno notare a fine video, anche evitare magari in futuri che i sempre poveri sistemisti passino i loro weekend ad eseguire i test di DR classici :-))