Ciao a tutti,
la scorsa settimana di rientro mi ha visto letteralmente sovraccarico di nuovi lavori: abbiamo una nuova piattaforma aziendale di hosting di database filemaker accedibili via client 2X, un concorrente di citrix col quale ci siamo trovati benissimo già in passato, e stiamo mettendo in piedi l’infrastruttura definitiva.
Inoltre, sembrerà incredibile ma il lavoro che più mi ha assorbito è stata la catalogazione e scrematura delle foto fatte in vacanza: 1200 scatti da 13 Mb cadauno hanno quasi affondato il mio fido mac, che però ha retto egregiamente il colpo. Se vi va, potete vedere il risultato finale qua.
Passando a vmware, sto lentamente leggendo tutti i vari articoli che si sono accumulati nel mio feed reader durante la mia assenza, e non sono pochi. VMWorld è ovviamente l’argomento principale. Ho però avuto tempo di fare un’interessante colloquio con un nuovo partner col quale abbiamo iniziato a collaborare, il quale mi ha sottoposto subito un’interessante argomento. Con l’uscita di ESXi, sempre più aziende di piccole e medie dimensioni hanno deciso di utilizzare questa piattaforma per consolidare vecchi server oppure semplicemente per ottimizzare le risorse hardware. Capita però spesso che questi server vengano utilizzati con solamente lo storage locale disponibile. Questo di per sè non è un problema, a patto di avere un buon piano di backup delle virtual machines.
Cosa succede se ESXi si blocca e non si riesce a farlo ripartire? E se non si hanno dei backup delle varie VM? Avevamo parlato mesi fa del VMDK Recovery Tool, ma l’argomento in questo caso presuppone un ESXi non più funzionante. Sto quindi studiando una soluzione a questo problema, incentrato sul driver open source per vmfs. Vi aggiornerò nei prossimi giorni su quello che scoprirò.