Eccoci qui, dopo tanta attesa ecco la “next big thing” di Veeam: la soluzione Backup & Replication diventa disponibile anche per Hyper-V.
Su internet si è subito scatenata una ridda di discussioni, sparate, gioie, incazzature, e qualche analisi intelligente qua e la. Visto che più o meno tutti si sono messi a dire la loro, lo faccio anche io.
Da un punto di vista tecnico, nulla da eccepire: Veeam è diventato oramai il prodotto di punta per i backup di VMware, almeno per i progetti che non risentono ancora di compresenze col mondo fisico (i software che supportano nastri e librerie hanno ancora fette di mercato consistenti). Spostarsi anche su Hyper-V vuol dire aprirsi le porte verso un mercato ancora poco esplorato, se è vero che VMware ancora detiene circa il 90% del mercato della virtualizzazione.
Oltretutto, stando a vedere questo video demo, il prodotto gestirà in un’unica soluzione sia i backup di vmware che quelli hyper-v, consentendo quindi la gestione di ambienti misti.
Ha senso imbarcarsi in questa avventura? forse sì.
Innanzitutto, slegarsi da una completa dipendenza da VMware e dai suoi prodotti. VMware continua ad aggiungere sempre più funzioni ai propri prodotti, e questo lascia ai produttori di terze parti margini di azione ridotti. Chiariamoci: ci sono eccellenze e nicchie dove difficilmente oggigiorno vmware si andrà a infilare. E’ anche vero che qualche anno fa VMware non produceva nessuna soluzione di backup, mentre adesso c’è VDR (a essere maligni potremmo dire che quindi una “soluzione” di backup ancora non ce l’hanno…). Espandere il proprio mercato quindi verso altri lidi non può che giovare a Veeam.
Secondo: il contro-effetto su Hyper-V. Chi può escludere che avere adesso una soluzione di backup così potente come Veeam non spinga le persone che ancora stanno decidendo se adottare Hyper-V, a farlo con maggior confidenza? Avere una soluzione di backup è sempre cruciale, e pe certi versi ancora di più nelle piattaforme virtualizzate; quindi Veeam può diventare paradossalmente un motivo per adottare Hyper-V.
Terzo: avere due piattaforme supportate può forse giovare allo sviluppo, con maggiori idee che possono eventualmente essere travasate da una all’altra. Nella presentazione di ieri abbiamo potuto ammirare come Veeam si sia inventata un CBT laddove non c’è per offrire questa funzione anche su Hyper-V. Magari in futuro il travaso subirà un flusso contrario….
Quarto: ai talebani di VMware che hanno urlato i loro buuuuuu, ricordo che Veeam è sul mercato per fare soldi, e se hanno visto una potenziale nuova redditività fanno bene a esplorarla. A noi hanno regalato il miglior software di backup per vmware e di questo dobbiamo solo ringraziarli.
Quinto: ho un piccolo tarlo che mi ronza in testa, chi ha orecchie per intendere intenda…. : siamo sicuri che il supporto per Hyper-V non sia stato “gentilmente richiesto” da chi Hyper-V lo produce, e magari anche “sponsorizzato”?
Sesto: a chi come me ieri alla presentazione ha risolto tutto con un “embè?”, riguardatevi bene il video che ho indicato all’inizio del post, ci sono dei leak più o meno involontari su quello che la versione 6 conterrà. Hyper-V non è l’unico pezzo forte di questa release…
Si parla di failback delle repliche, quindi la possibilità automatica di replicare verso la produzione le modifiche apportate a una macchina riaccesa dalla replica, così come di “backup proxies” (qualcuno ha detto wan accelerators???) e “Backup repositories” (storage remoti per soluzioni DR????).
Certo, in un mio precedente post e nei suoi successivi commenti, auspicavamo tantissime altre funzioni, ma chissà che le nostre idee non vengano recepite per le versioni futuri, o anche direttamente nella 6, visto che è comunque attesa per il quarto trimestre dell’anno. Nel caso, cari ragazzi di veeam, scrivetemi per farvi dare il mio IBAN 🙂