Spesso nei miei articoli, quando dedicati al mondo delle piccole aziende, avete trovato recensioni e opinioni di svariati storage iscsi. Ultimamente molti produttori si sono accorti delle potenzialita’ di questo settore e stanno proponendo prodotti interessanti. Tutti questi apparati pero’ hanno un limite che li accomuna tutti: la flessibilita’. Chi permette di installare solo 4 dischi, chi non consente di creare piu’ di tot LUN, chi ancora non ha filtri e permessi su chi puo’ connettersi.
Esiste allora qualcosa che possa andare oltre, senza spendere follie? Si’, decisamente. Il nome della soluzione e’ Openfiler.
Di cosa si tratta: una distribuzione linux progettata specificatamente per realizzare sistemi di storage. semplicita’ di installazione e utilizzo, flessibilita’ e scalabilita’ assolute, la possibilita’ di utilizzare qualsiasi hardware sia riconosciuto da un kernel linux, questi sono i punti di forza di questa soluzione. Senza contare la possibilita’ con le versioni a pagamento di realizzare sistemi SAN ridondati e altre spettacolari funzioni.
Per il progetto VI-in-a-box, ho creato in vmware una nuova virtual machine con 512 mb di ram e un disco da 5 Gb (ne aggiungeremo un secondo da 50 gb per lo storage successivamente), insieme a due schede di rete che colleghero’ alle reti iscsi e di gestione.
L’installazione e’ molto semplice: avviando il sistema col cd disponibile nel sito web (vi consiglio la versione a 64 bit a meno che non possediate un processore di qualche anno fa che non la supporti) arriviamo dopo poche schermate al partizionamento del disco. Essendo un sistema demo non ho creato configurazioni particolari, quindi ho accettato il layout proposto e ho proseguito. Ho configurato le schede di rete e l’hostname come descritto nello schema del precedente articolo, e infine la password di root. La schermata successiva e’ subito quella dell’installazione, che si concludera’ in pochi minuti:
Prima del riavvio del sistema, ho aggiunto un secondo hard disk da 50 Gb dove configureremo lo storage iscsi. Al riavvio la schermata di Openfiler ci invita a collegarsi all’indirizzo https://172.50.50.13:446. Su questa pagina troviamo l’interfaccia di gestione di Openfiler, dalla quale da ora in poi potremo gestire tutto il sistema.
non fatevi confondere dalla password di root impostata durante il setup; per accedere alla gestione del sistema dovete usare l’utente “openfiler” con password “password”.
La prima cosa che dobbiamo fare e’ impostare il disco da 50 Gb per poterlo utilizzare:
Ci rechiamo quindi nella sezione indicata dalla schermata precedente e lo creiamo in pochi semplici passaggi. Selezioniamo il disco /dev/sdb/ e scorrendo la schermata usiamo il menu in fondo per creare una partizione di tipo physical volume usando tutto lo spazio disponibile. Creiamo quindi un nuovo Volume Group che risiedera’ sul disco appena configurato. Apriamo il tab Volumes e selezioniamo Volume Groups. Gli diamo un nome e gli assegniamo il disco /dev/sdb/.
E’ tempo di creare un volume. Per farlo usiamo il comando “add volume” sulla destra. Ci viene chiesto su quale volume group crearlo (ne abbiamo uno solo), scorrendo impostiamo un nome al volume, la dimensione che dovra’ avere, ma soprattutto che vorremo usare il formato iscsi.
Dobbiamo adesso abilitare il target iscsi. Selezioniamo il tab “services” e abilitiamo “iSCSI target server”. Torniamo nella sezione Volumes e selezioniamo sulla destra iscsi targets. Nel menu “target configuration” troveremo il valore iqn impostato da openfiler. Possiamo decidere di tenercelo o di personalizzarlo.
Passiamo al tab “LUN mapping”. I settaggi di default write-thru e block-io vanno bene, quindi semplicemente selezioniamo il comando Map.
Spostiamoci nel menu Network ACL: qua diremo quali macchine potranno connettersi a questa LUN. Dovremo innanzitutto configurare le Local Networks seguendo il link presentato. Qua, per una estrema sicurezza, potremo creare un singolo record per ognuno dei server esx, impostando l’indirizzo ip del port group iscsi (172.60.60.11 e 172.60.60.12 se ci riferiamo al mio schema ricordato prima) e immettendo una subnet a 32 bit (255.255.255.255). In questo modo tornando nelle acl potremo far si che solo i due server esx possano collegarsi alla lun, garantendo una elevata sicurezza del sistema.
Per completezza (e per i vari San Tommaso la fuori…) ecco la schermata di una macchina esx col target iscsi correttamente connesso:
Ecco fatto! Spero che durante la navigazione nelle schermate vi sarete accorti di quante opzioni siano disponibili in Openfiler. Fatene buon uso!